Nel corso degli ultimi quindici anni il nord-est del nostro Paese è passato da una situazione che lo vedeva “compresso” in una posizione di frontiera tra blocchi contrapposti, a quella in cui con l’abbattimento del Muro di Berlino e il graduale allargamento del mercato unico europeo verso Est, gli scenari economico-politici tradizionali si sono profondamente modificati. La progressiva apertura e liberalizzazione dei mercati e la loro internazionalizzazione e globalizzazione hanno di fatto riportato quest’area in una posizione baricentrica, prospettandone anche la possibilità di diventare piattaforma di interscambio e crocevia di transito di tre gradi progetti comunitari:
Nel nord-est, ma più in generale, la
logistica si pone come obiettivo primario lo spostamento del traffico merci dalla strada a modalità meno impattanti per l’ambiente e il territorio come la ferrovia e il mare. Nello specifico, il
trasporto ferroviario e l’intermodalità – soprattutto in questo territorio – svolgono un ruolo di integratore e propulsore del traffico marittimo, di conseguenza alla disponibilità di 5 porti e 8 interporti/piattaforme logistiche e 4 aeroporti, che richiedono un sistema di un trasporto efficiente, efficace e a costi competitivi. La disponibilità di tale sistema portuale e la strategicità di collegamenti ferroviari efficienti e affidabili tra porto e retro porto è ormai cosa nota. Il grande tema strategico per il nord-est non riguarda solo la
realizzazione dei grandi corridoi europei, ma sta diventando la penetrazione e lo
scavalcamento delle Alpi. In Italia, l’obiettivo di spostare merci dalla strada alla ferrovia sarà sempre destinato a rimanere un puro esercizio accademico se non verranno introdotte riforme importanti per garantirne l’efficienza e la competitività, e in questo contesto assume un ruolo fondamentale la promozione di nuovi soggetti – imprese ferroviarie private – capaci di rispondere alle diversificate esigenze della committenza.