Grazie alla riapertura dei confini fra gli Stati europei, la fase di ripresa si delinea con sempre maggiore dettaglio, con un incremento progressivo dei traffici, in particolare in esportazione. E tuttavia il
passaggio della frontiera del Brennero, nodo chiave per gli scambi con l’Europa, è sempre più afflitto da code, rese ancor più lunghe dall’inasprimento dei divieti di transito sul territorio austriaco e dalla necessità di recupero sulle attività sospese durante il lockdown. Ciò si ripercuote negativamente sui tempi di consegna delle merci, creando incertezza e rendendo difficile prevedere con esattezza lo svolgimento delle operazioni di trasporto. La
modalità intermodale è la giusta risposta a questa problematica, e rappresenta un asset strategico per la gestione delle consegne a lunga distanza verso l’Europa del nord. A livello di costi infatti, per tratte superiori a 500km, il trasporto intermodale di carichi completi risulta una soluzione assai competitiva, con considerevoli valori aggiunti.
La triade di vantaggi del trasporto intermodale: ottimizzazione delle risorse, sicurezza, ecosostenibilità
Con il sistema di trasporto intermodale si ottimizzano considerevolmente le risorse. Sulla tratta ferroviaria, un equipaggio di soli 1 o 2 macchinisti trasporta 32 semirimorchi allo stesso tempo, ad una velocità notevolmente superiore rispetto a quella consentita ai mezzi su strada. Il
peso trasportabile è inoltre pari al 15% in più rispetto ai limiti del trasporto su gomma, rendendo questa soluzione particolarmente conveniente per il trasporto di merci pesanti.
Il traffico ferroviario
non è soggetto a divieti di circolazione notturni, nei fine settimana, o nei giorni festivi e permette quindi di sfruttare in modo più efficiente i tempi di trasporto. In modo ancor più ottimizzato, nella modalità particolare detta di “traffico accompagnato” (o
RolA, Rollende Autobahn) l’intero automezzo viaggia su rotaia, con autista ospitato in un vagone passeggeri. Ciò significa utilizzare per il trasporto anche i tempi di riposo obbligatori degli autisti, che potranno poi completare l’ultima tratta su strada.
Come per tutti i trasporti a carico completo, una volta sigillata la cassa mobile, la merce non subisce manipolazioni intermedie, arrivando a destino senza necessità di interventi di trasbordo nel tragitto. Questo
minimizza le possibilità di danneggiamento o contaminazione, rappresentando una garanzia intrinseca. La modalità intermodale offre una
ulteriore protezione da furto e danneggiamento: non dovendo sostare sulla strada per i riposi obbligatori, il rischio per le merci di valore è pressoché abbattuto.
Si tratta infine di una delle migliori soluzioni di trasporto dal punto di vista dell’ecosostenibilità, grazie alla
riduzione sostanziale delle emissioni nocive (fino a -67%) e alla diminuzione di mezzi circolanti su strada. I
progetti di sviluppo tecnologico in corso mirano inoltre ad una futura gestione più intelligente del consumo, puntando sul recupero di energia in fase di frenata, per compensare l’assorbimento energetico della trazione, grazie a punti di alimentazione bidirezionali (ad oggi non ancora diffusi).
Partenze garantite con il Company Train FERCAM
Grazie ad una programmazione attenta e alla lunga esperienza nell’ottimizzazione dei viaggi, il
servizio di trasporto intermodale FERCAM rappresenta un’ottima soluzione per le necessità di import ed export da e verso il nord Europa, che permette di scavalcare le difficoltà poste dal transito via Brennero. Grazie agli slot garantiti sui Company Train, mettiamo a disposizione della nostra clientela trasporti su 12 treni a settimana, 6 dall’Italia e 6 in ingresso, sulle tratte nevralgiche Verona – Colonia e Rotterdam, Busto Arsizio – Colonia e Rotterdam e Novara – Colonia. Dai terminal di arrivo, le merci viaggiano poi via strada fino a destinazioni finali in tutto il territorio nord europeo.
Gli impatti della fase di lockdown e gli interventi necessari
A causa della minore domanda, l'
utilizzo della capacità dei treni durante la fase di emergenza è calato notevolmente, comportando l’annullamento di alcune partenze. Secondo il recente
report di FerCargo, relativo al
rapporto fra emergenza sanitaria e cargo ferroviario, il calo complessivo delle attività di trasporto nei mesi di marzo e aprile è stato mediamente pari al 35%. Questo dato è coerente con la temporanea sospensione di attività produttive e commerciali a livello globale e avrà effetti che si estenderanno senza dubbio per alcuni mesi a venire.
La fase di emergenza ha tuttavia anche dato palese
dimostrazione della necessità di aumentare la capacità ferroviaria: in questo periodo i treni cargo sono riusciti infatti a circolare con puntualità molto soddisfacente grazie al calo del traffico passeggeri, il che significa che normalmente la gestione non è ottimale. In Italia coesistono due fattori controproducenti:
sottoutilizzo dell’infrastruttura e
ridotta accessibilità alla rete ferroviaria. Questo si traduce in una carente operatività effettiva, specialmente in corrispondenza di una dotazione di terminal ferroviari insufficiente. Sarebbero necessari interventi di adeguamento, in particolare in merito alla portata delle reti e delle sagome, ma anche agli scali e ai raccordi. Di estrema rilevanza, infine, la creazione strategica di corridoi merci efficienti, estesi all’intero territorio europeo, e l’implementazione di nuovi network di collegamento che rispondano correttamente alle esigenze del mercato.
Con il
Decreto Legge “Semplificazione”, lo scorso 7 luglio sono state introdotte alcune misure, sulla base delle quali potranno essere apportate alcune delle migliorie necessarie. La speranza è che gli investimenti siano correttamente distribuiti per potenziare i nodi nevralgici, intervenire sui colli di bottiglia e ottimizzare quelle infrastrutture che veramente rappresentano un valore aggiunto per la gestione dei traffici.