Appare sotto gli occhi di tutti che nella situazione attuale la parola d’ordine che circola di più negli ambienti legati al mondo del trasporto e della logistica è quella di “fare sistema”. E chi più degli interporti può svolgere un ruolo di cerniera tra le esigenze della domanda e dell’offerta di servizi logistici e di trasporto? La considerazione da cui partire è che la realizzazione delle infrastrutture da sola non è sufficiente a determinare significativi incrementi di traffico. Occorre lavorare sul modello gestionale, dando concretezza al concetto di
Piattaforma Logistica Integrata, mirando all'efficienza complessiva del network e non del singolo nodo o attore della supply-chain. Oggi le industrie devono necessariamente mantenere snelli i processi logistici per vincere la competizione sui mercati internazionali. Questo, nel rispetto delle direttive comunitarie definite nel
Libro Bianco dell'Unione Europea e nelle Linee Guida del Piano Nazionale della Logistica. Queste normative infatti hanno fissato obiettivi chiari: il 30% entro il 2030 ed il 50% entro il 2050 del trasporto merci sopra i 300 chilometri dovrà
viaggiare su modalità diverse dalla gomma. Le infrastrutture devono necessariamente evolversi da nodi di una rete ad aggregatori di servizi impegnati a muovere le merci sulle lunghe distanze, favorendo così i
processi di internazionalizzazione e contribuendo a traghettare le aziende in una dimensione più europea. Integrare i differenti nodi non è però di per sé sufficiente a determinare il trasferimento modale. Gli interporti dovrebbero adottare un approccio industriale nell’erogazione e organizzazione dei servizi, ricercando il giusto equilibrio tra efficacia ed efficienza dei servizi e fornire un ampio ventaglio di attività accessorie utili a rendere più competitivo un prodotto sul mercato finale. In sostanza gli interporti, da elemento di concentrazione del traffico e sviluppatori di intermodalità, devono allargare la loro visione strategica per proporsi come
agenzie logistiche di sviluppo territoriale, coniugando risorse produttive, logistiche, urbanistiche e di servizio al fine di rendere più competitivi i territori di loro riferimento e con un forte rilancio della ferrovia.